Pietra lavica e pomice nell’edilizia sostenibile
Le considerazioni ambientali giocano un ruolo sempre più determinante nella scelta dei materiali in edilizia.Sia la pietra lavica che la pomice, in quanto materiali naturali, offrono vantaggi in termini di sostenibilità rispetto alle alternative sintetiche, che richiedono processi produttivi più energivori.
La pietra lavica eccelle per la sua longevità: una superficie ben posata può durare secoli con una manutenzione minima, riducendo la necessità di sostituzioni frequenti e, di conseguenza, il consumo di risorse nel lungo periodo.I processi di lavorazione prevedono taglio e lucidatura meccanica, con la smaltatura come opzione decorativa. Questi passaggi comportano un consumo energetico contenuto, e gli scarti di lavorazione vengono spesso riutilizzati, per esempio come frammenti decorativi o come aggregato per altri materiali da costruzione.
La pomice, dal canto suo, presenta vantaggi ambientali legati alla leggerezza, che riduce le emissioni nei trasporti. Inoltre, possiede proprietà isolanti naturali che possono contribuire all’efficienza energetica in alcune applicazioni. Tuttavia, la sua durata inferiore ne riduce l’efficacia complessiva sul lungo periodo in ottica di sostenibilità.
Entrambi i materiali, essendo naturali, migliorano la qualità dell’ambiente interno, evitando l’emissione di composti volatili (off-gassing) tipica di molti materiali sintetici. In particolare grazie alla sua superficie non porosa, previene la proliferazione microbica e favorisce ambienti più salubri.
Per progetti orientati a certificazioni ambientali come LEED o BREEAM, entrambi i materiali possono contribuire al punteggio nei criteri legati all’origine regionale, durabilità e qualità dell’ambiente interno. La pietra lavica offre però vantaggi ulteriori grazie alla sua superiore resistenza e alle minori esigenze di manutenzione.